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Concorso scuola 2018: incertezza sui compensi dei commissari

Il prossimo anno, il 2018, si svolgeranno i concorsi previsti per il nuovo reclutamento. Prima la fase transitoria per abilitati e non abilitati con 3 anni di servizio e poi il concorso ordinario per laureati con 24 CFU in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.

C’è incertezza circa la retribuzione dei commissari che si proporranno per la valutazione dei colleghi. L’argomento è caldo considerati i precedenti relativi al concorso 2016.

La denuncia arriva dal sindacato ASA Scuola, che sottolinea come ad oggi in molte regioni italiane i presidenti ed i commissari del Concorso a cattedra bandito nel 2016, non sono stati ancora pagati.

«Il reclutamento del Concorso a cattedra bandito nel 2016 è stato molto difficile – sottolinea il segretario del sindacato ASA Scuola, Stefano Guarnera – in quanto le condizioni proposte erano veramente “ridicole”

“I docenti – prosegue il segretario – hanno comunque accettato, per spirito di servizio e abnegazione. Hanno dovuto inoltre anticipare personalmente le spese di vitto, alloggio e spostamenti che ad oggi, a più di un anno, non sono neanche state rimborsate! Gli insegnanti in questione, sono stati costretti a fruire di ferie e permessi personali al fine di espletare il proprio compito, affrontando trasferte e pernottamenti fuorisede, senza avere riconosciute, come detto, neanche le spese. Mi chiedo: come fa il Ministro ad annunciare altre procedure concorsuali?”.

«Oltre a sminuire la professionalità di commissari e presidenti di commissione – continua Stefano Guarnera – il Ministro ad oggi continua a non dare risposte sulla tempistica prevista per questi rimborsi spese, che considerati gli stipendi bassi del comparto, mettono a dura prova le finanze personali e familiari di commissari e presidenti che hanno anticipato 3-4 mensilità di stipendi, senza aver avuto alcun rimborso.

«E’ ormai tempo di rivedere le regole previste per gli esaminatori delle procedure concorsuali, proprio per valorizzare le competenze e la professionalità di molti insegnanti e migliorare il mondo della scuola».

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