C’è un disegno di legge del M5S che ipotizza l’abolizione del valore legale della laurea. Non ci sono ancora conferme da parte del Governo, per ora.
Tutto nasce dalla volontà da parte del nuovo Governo di aprire il concorso ai laureati .
Il ministro Bussetti intende fare in modo che si apra nuovamente il percorso di reclutamento ai laureati, con integrazione di esami ad hoc e poi il concorso.
Si tratta di un progetto che ha ancora bisogno di lavoro, per cui dovrebbe partire non prima del prossimo anno.
Si vuole anche ridimensionare i tre anni di FIT (formazione iniziale e tirocinio) pensati per formare gli insegnanti dopo il concorso e previsti dal Decreto Legislativo n. 59/2017. Non dovrebbero essere completamente aboliti, ma modificati.
E qui arriviamo alla proposta di Maria Pallini del M5S che ha depositato una proposta di legge che prevede “il divieto di inserire il requisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi pubblici”
Un’idea che riprende quella di Carlo Sibilia, attuale sottosegretario al ministero dell’Interno.
La previsione del requisito minimo del voto di laurea in bandi di concorso pubblico, nelle intenzioni del Movimento, deve essere vietata perché porterebbe a escludere a priori e senza alcuna reale motivazione una parte degli aventi diritto.
Per la scuola si punta invece a fare in modo che per i concorsi scuola non ci siano limitazioni, con la laurea con qualsiasi voto sempre stata accettata. Ma si potrebbe arrivare a una differente valutazione del titolo, ossia nel punteggio da attribuire al voto. Questo potrebbe portare a una differente posizione in graduatoria.