La Buona Scuola ha interrotto decenni di precariato e introdotto responsabilità e merito. E’ il pensiero del Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, espresso in occasione dell’incontro svoltosi presso il Miur con il Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) Angel Gurria. Il segretario si trova in visita nella Roma per presentare il rapporto annuale “Economic Survey 2017” sull’Italia.
E’ stata l’occasione per fare il punto della situazione sui passi avanti che il nostro Paese ha fatto per garantire al mondo della scuola il supporto, economico e legislativo, di cui ha bisogno per essere sempre più un cardine della società, come formazione dei giovani. Il Ministro Fedeli ha avuto modo di valutare l’indagine fornita dall’Ocse, “che ci consente una lettura complessiva e una valutazione delle sfide e delle opportunità del nostro Paese”. Particolare attenzione è stata fornita anche al documento sul tema delle riforme strutturali.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca viene definito dal rapporto in termini positivi, rapporto che ne descrive “con accuratezza i principali temi de La Buona Scuola e ne evidenzi il potenziale impatto strutturale e di lungo termine”.
Questo risultato positivo non è certo un punto di arrivo ma un punto di partenza, perchè molto stato fatto ma molto resta ancora da fare. Lo sa bene lo stesso ministro Fedeli che però ha sottolineato con orgoglio come, “la riforma ha restituito al sistema educativo la centralità che merita: attraverso un’inversione di tendenza, si è investito per interrompere decenni di precariato, dare gambe all’autonomia scolastica, introdurre un sistema di responsabilità e merito, centrato sulla formazione e crescita professionale del personale”.
L’incontro è stato anche l’occasione per approfondire il tema dell’Alternanza Suola-Lavoro e il Piano Nazionale Scuola Digitale. Il ministro ha sottolineato “la necessità di rafforzare il collegamento fra il sistema educativo e il mondo del lavoro e la necessaria innovazione negli approcci metodologici per formare le cittadine e i cittadini e le lavoratrici e i lavoratori del futuro”.