C’era molta attesa per il debutto nelle prove Invalsi del test d’Inglese, cosa che stava provocando molta apprensione tra docenti e studenti. Ci sono i primi dati che indicano come è andata.
Nel grado 5, nella prova di ascolto, la percentuale di alunni che non raggiunge il livello previsto (A1) dalle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo d’istruzione in quinta primaria è del 30% circa nelle due macro-aree
meridionali e insulari, mentre è al di sotto del 20% nelle due aree settentrionali e nel centro-Italia; nella prova di lettura le percentuali sono rispettivamente del 10% e del 5% circa.
Nel grado 8 le differenze tra le macro-aree si ampliano: la percentuale di alunni che non raggiunge il livello previsto (A2) dalle Indicazioni Nazionali nella prova di ascolto è del 67% nel Sud e Isole, del 62% nel Sud, del 38% nel Centro, del 30% nel Nord Ovest e del 27% nel Nord Est; nella prova di lettura le cose vanno meglio, ma le distanze tra le varie zone d’Italia restano marcate: non arriva al livello A2 il 41% degli alunni nel Sud e Isole, il 38% nel Sud, il 21% nel Centro, il 18% nel Nord Ovest e il 16% nel Nord Est.
C’è solo una materia in cui gli alunni stranieri ottengono risultati simili a quelli dei loro compagni italiani, ed è l’inglese. Da tenere presente che in varie regioni, gli stranieri, in particolare di seconda generazione e nella prova di ascolto (listening), fanno meglio degli italiani.