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Mobilità: la situazione sul rientro per i docenti assunti fuori provincia

Con l’anno nuovo torna di moda il problema scolastico relativo alla mobilità. Va infatti ricordato che il contratto è stato prorogato di un anno, cosa che rende possibile presentare le domande prima rispetto agli anni passati. Non c’è infatti questa volta tutto l’iter burocratico per l’approvazione.

Questo significa anche che ci sono nuove possibilità per coloro i quali sognano di poter ritornare nella propria provincia. Si tratta di coloro i quali sono stati costretti a stabilirsi al Nord e quindi a vivere e lavorare lontano dalla propria abitazione, con conseguenze su affetti, abitudini e in molti casi anche con investimenti economici ulteriori.

Va ricordato che il contratto prevede percentuali piuttosto basse per i trasferimenti interprovinciali: solo il 30%. C’è poi un 10% che va a finire ai passaggi di ruolo e cattedra. Ma si tratta di una percentuale comunque irrisoria.

Da collocare il restante 60% che secondo i programmi dovrebbe essere riservato alle immissioni in ruolo sia da GaE, che da GM. Occhio però alla possibilità di introduzione, in alcune province, delle nuove graduatorie regionali del concorso della fase transitoria per i docenti abilitati. Circostanza questa comunque ancora da verificare.

Non va dimenticato poi che nella legge di Bilancio sono previsti incrementi di cattedre nell’organico di diritto, trasformando cattedre di fatto.

Una incognita questa in termini quantitativi, considerato che si conoscono unicamente gli stanziamenti di + 50 milioni nel 2018 e + 150 milioni a decorrere dal 2019.

Resta quindi da capire in quali province ci saranno più posti a disposizione per la mobilità.

Il riferimento è quello dello scorso anno, quando con queste percentuali, gli esiti dei trasferimenti sono finiti soprattutto hanno favorito chi usufruiva dei benefici della legge 104, assistenza a coniuge o figlio con disabilità grave.

C’è curiosità per la questione in sospeso degli esuberi nazionali. Ci riferiamo a quelle centinaia di docenti che non hanno alcuna titolarità, nè di scuola, nè di ambito e nemmeno di provincia.
Vanificata la speranza di poterla acquisire quest’anno dal cambiamento del contratto. Continueranno dunque i trasferimenti su base nazionale.

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