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Scuola, cosa cambierà dopo le elezioni

Le elezioni si sono tenute e, come previsto non hanno dato responso certo. Colpa ella legge elettorale e dell’ormai atavica frammentazione parittica del nostro Paese che, complice la sfiducia, impedisce a un partito o a una coalizione di avere i numeri per governare. Le possibilità all’orizzonte sono tante: M5s che trova un accordo con la Lega, eletti del Pd che migrano verso i grillini, centrodestra che trova alleati per governare. In tutto ciò, ci sarà da scendere a compromessi, perchè i programmi sono diversi e il modo di vedere i vari comparti del nostro Paese anche.

Cosa accadrà al mondo della scuola, a seconda che siano a governare grillini, centrodestra o, in qualche modo, il centrosinistra?

Forza Italia con Silvio Berlusconi punta su:

la mobilità dei docenti con il vincolo di permanenza triennale nella provincia in cui sono stati assunti (obbligo sospeso dal Ministero). Rimane, comunque, la chiamata diretta;
la revisione della legge sulla Buona Scuola per quanto riguarda il reclutamento e dell’alternanza scuola-lavoro;
il potenziamento della meritocrazia valorizzando le capacità degli insegnanti e del personale scolastico;
la convocazione di un concorso specifico per chi ha conseguito un diploma magistrale.
Scuola: come cambia con le proposte di Fratelli d’Italia

Probabile che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dia mandato al Movimento 5 Stelle di Luigi di Maio. Come sarebbe la scuola della terza Repubblica?

Di Maio propone:

assunzione di dirigenti scolastici che garantiscano il funzionamento dei singoli istituti;
assunzione di personale docente eliminando la chiamata diretta ed elaborando un censimento dei precari per favorire la loro stabilità;
revisione del piano di formazione professionale degli insegnanti attraverso l’aggiornamento costante e retribuito e l’adeguato supporto di figure specializzate;
riforma dei modelli didattici, puntando sulla sperimentazione di nuove metodologie come l’introduzione della lingua inglese nella scuola dell’infanzia, l’aumento delle ore di laboratorio, la creazione di una piattaforma digitale per la consultazione di libri scolastici, ecc.;
riorganizzazione delle classi, portandole ad un massimo di 20 alunni e ripristinando il tempo pieno;
formazione del personale docente sul tema dell’inclusione scolastica;
revisione del sistema di valutazione dei docenti eliminando le prove Invalsi agli esami, superando la valutazione numerica per dare spazio a quella basata sulle competenze ed eliminando il bonus merito;
cancellazione dell’alternanza scuola-lavoro in favore di percorsi formativi diversi;
riqualificazione degli edifici scolastici;
cancellazione dei finanziamenti per le scuole private.

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