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Scuola, Fedeli incontra i sindacati di settore: “Ascolto essenziale per il futuro”

La nuova Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli ha incontrato presso il Ministero i sindacati della scuola per discutere della programmazione futura del nuovo corso governativo. L’incontro è avvenuto con i rappresentanti di Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda-Unams. E’ stata l’occasione anche per incontrare il Presidente dell’Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola (ANP).

“Dopo aver letto con attenzione i dossier che mi sono stati lasciati da chi mi ha preceduta – sottolinea Fedeli – è per me essenziale incontrare e ascoltare i rappresentanti dei mondi di riferimento del nostro Ministero per poter non solo rispondere alle esigenze dettate dall’ordinaria e quotidiana amministrazione, ma anche tracciare la rotta e il lavoro dei prossimi mesi”.

L’evento tenutosi presso il Ministero costituisce un incipit importante per le attività del nuovo Ministro. Ma le attività non si fermano certo qui, considerato che gli incontri proseguiranno nelle prossime settimane coinvolgendo anche altre figure del mondo della scuola come studenti, i rappresentanti della ricerca e delle università, le associazioni dei docenti.

Nel frattempo la nuova titolare del dicastero dell’Istruzione, ha specificato che preferisce essere chiamata Ministra, e non Ministro.

“Dopo il giuramento del Governo lunedì scorso, ho passato questa settimana con la nuova Ministra (al femminile, come mi ha chiesto lei), per il cosiddetto «passaggio di consegne»”
Lo ha detto l’ormai ex Capo di Gabinetto Alessandro Fusacchia nel suo post di congedo dal suo ruolo nel Ministero dell’Istruzione.

Dunque sarà la Ministra Fedeli, e non il Ministro.

Una scelta approvata dall’Accademia della Crusca che sulla questione “ministro” o “ministra” si era espressa nel 2013:

“La Presidente dell’Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio, lieta dell’accoglienza positiva riservata dal pubblico e dalla stampa al recente volume La Crusca risponde (a cura di M. Biffi e R. Setti, Le Lettere – Accademia della Crusca, 2013), per evitare alcuni possibili equivoci nelle sintesi che si vanno diffondendo in rete, tiene a ribadire l’opportunità di usare il genere grammaticale femminile per indicare ruoli istituzionali ( la ministra, la presidente, l’assessora, la senatrice, la deputata ecc.) e professioni alle quali l’accesso è normale per le donne solo da qualche decennio ( chirurga, avvocata o avvocatessa, architetta, magistrata ecc.) così come del resto è avvenuto per mestieri e professioni tradizionali (infermiera, maestra, operaia, attrice ecc.)”.

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